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…è sempre il caso a decidere. O forse no.

Il caso si merita la maiuscola. Lo ha sempre avuta, anche quando ci siamo illusi di domarlo con oracoli e formule. Ma il caso non si doma, scivola, sfugge, si beffa di ogni tentativo di arginarlo. Erri De Luca lo sa bene e lo mette al centro di un dialogo epistolare con Paolo Sassone-Corsi, un biologo, uno scienziato abituato a decifrare il codice della vita. Eppure, neanche il DNA, con i suoi due metri di eliche avvolte in ogni cellula, riesce a spiegare tutto. Perché tra le sequenze di basi azotate, tra i legami chimici che ci compongono, c’è sempre un margine di errore, una finestra sul caos. E in quella finestra si affaccia la libertà.
La libertà, sì. Perché se tutto fosse scritto nel codice genetico, se ogni gesto fosse un’esecuzione cieca di un programma inciso nei cromosomi, allora saremmo solo marionette di adenina, citosina, guanina e timina. Ma il caso interviene, spezza la catena dell’inevitabilità, rende possibile la deviazione, la sorpresa, la disobbedienza. Qui sta il cuore del libro: un’esplorazione tra scienza e filosofia, tra genetica e destino, tra il rigoroso determinismo del DNA e l’anarchia imprevedibile degli eventi.
E poi c’è la scrittura, che è un altro caso, un altro azzardo. Erri De Luca maneggia la parola con la stessa leggerezza con cui un giocatore d’azzardo lancia i dadi, fidandosi di una combinazione che non si può prevedere ma che, alla fine, trova sempre un senso. È una scrittura che sa di vento e di Mediterraneo, di notti incrostate di stelle e di domande senza risposta. Lui e Sassone-Corsi si scrivono da lontano, da nove fusi orari di distanza, ma sembrano vicini, seduti allo stesso tavolo, a interrogarsi su quel croupier invisibile che distribuisce carte e destini con la sua logica imperscrutabile.
Il caso non è solo un tema: è un compagno di viaggio. E De Luca, con la sua prosa limpida e poetica, riesce a far danzare la scienza senza mai renderla arida, la trasforma in materia viva, in riflessione che non pretende di dare risposte, ma che ha il coraggio di sollevare dubbi. Il caso è il respiro di questo libro, il battito irregolare che lo anima, l’elemento che rende ogni pagina una scoperta, un passo nel vuoto, un invito a lasciarsi sorprendere.
Perché, alla fine, è sempre il caso a decidere. O forse no.

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