C’è un momento, al rientro dalle vacanze, in cui i luoghi sembrano parlare. Basta posare lo sguardo sulle stesse strade, sulle stesse pareti, perché torni a galla il peso della routine: i buoni propositi svaniscono, la leggerezza si dissolve, e il quotidiano ci reclama.
In viaggio tutto appare nuovo: una colazione sconosciuta, una strada mai percorsa, un tramonto inatteso. A casa, invece, i luoghi non sorprendono più; o forse siamo noi che li guardiamo sempre con gli stessi occhi, imprigionandoli nel ricordo delle abitudini.
Eppure, la chiave sta proprio lì: imparare a vivere il conosciuto come fosse sconosciuto. Fotografare un dettaglio mai notato, spostare lo sguardo, cambiare prospettiva. Perché i luoghi non sono immobili: cambiano con noi, se sappiamo rinnovarli con attenzione e stupore.
Il ritorno allora non è condanna, ma invito. Un’occasione per scoprire che anche nel quotidiano può nascondersi il sapore del viaggio.
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