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Era Napoli che diventava musica nera…

È morto James Senese. E sembra impossibile anche solo scriverlo. Perché ci sono artisti che non “appartengono” alla musica, ma alla terra. Alla voce di un popolo. Alla memoria di una città che sa piangere e ridere nello stesso respiro. James era così: una tromba d’aria che partiva dal ventre di Napoli e finiva dritta negli occhi di chi ascoltava. Il suono del suo sax non era una nota, era un grido. Una bestemmia contro la rassegnazione. Una preghiera scordata per chi vive ai margini.
Figlio di una donna napoletana e di un soldato americano, figlio di due guerre — quella del mondo e quella della vita — James Senese ha portato addosso il destino di chi nasce fra due identità e ne fa una terza, nuova, irripetibile. Dentro il suo fiato c’era il jazz di Coltrane e la rabbia di Miano, c’era l’America e la Vucciria, la Harlem e i Quartieri, le periferie del mondo tutte insieme, fuse nella voce roca di un uomo che non ha mai avuto paura di dire da dove veniva.
Con gli Showmen e poi con i Napoli Centrale aveva inventato un suono, una lingua, un modo di stare al mondo. Era Napoli che diventava musica nera, che diventava lotta, che diventava dignità. Era un tamburo, un basso, una ferita. Era la prima volta che il dialetto non serviva a consolare ma a protestare, a ricordare che il dolore, se lo suoni, diventa arte.
Con Pino Daniele ha formato una delle alchimie più belle della nostra storia musicale. Non una collaborazione: una fratellanza. Due anime che si riconoscevano a orecchio, senza bisogno di parole. L’uno era il canto, l’altro il respiro. E insieme hanno fatto respirare una generazione intera.
Oggi quel respiro si ferma.
Ma non il suono. Il suono resta. Resta nei vicoli, nei bar, nelle radio, nelle notti di chi ancora si ostina a credere che la musica possa salvare qualcosa. Resta in chi lo ha ascoltato una volta sola e non l’ha più dimenticato.
James Senese non era solo un sassofonista. Era un uomo che suonava la verità. E la verità, quando passa attraverso un sax, non muore mai.

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