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…la luminosità velata di Napoli.

Mimmo Jodice. Un nome che sussurra la luminosità velata di Napoli, città che ha tessuto le sue prime visioni. L’occhio di Jodice è un faro, uno scrutatore quieto del mondo, sempre in caccia dell’essenza latente nelle cose.

Figlio del 1934, Jodice ha visto l’Italia mutare pelle, registrando le sue ferite e le sue risurrezioni. Eppure, nel movimento perpetuo del cambiamento, ha sempre rintracciato una costanza nelle sue immagini, trovando bellezza nelle forme più effimere e nelle ombre più fitte.

Per Jodice, la fotografia non è mero gesto meccanico, ma un abbraccio d’amore. Amore per la sua città, per l’arte, per l’umanità. Le sue immagini sono tracce, carte geografiche di una terra in costante metamorfosi, ma ancora saldamente ancorata alle sue radici. Le sue foto non gridano, sussurrano. Sono sussurri lasciati sulla carta, in un linguaggio universale di chiaroscuri.

L’espressività di Jodice sta nel plasmare l’ordinario, nel dar voce a vibrazioni di significati inaspettati. Ogni scatto è un racconto, una poesia d’immagine che trascende l’atto del vedere, persistendo impressa nel cuore e nella mente.

Jodice esplora luoghi dimenticati, edifici antichi in rovina, strade desolate. Non cerca la perfezione, ma l’autenticità. Nel suo lavoro, ogni crepa è una cicatrice che racconta una storia, ogni macchia è un’orma di vita.

L’opera di Jodice è un invito a guardare oltre, a non fermarsi alla superficie. Ci insegna che ogni luogo, ogni persona ha una storia da raccontare, se solo abbiamo il coraggio di ascoltare. Le sue foto sono come versi di una canzone mai scritta, melodie silenziose che parlano di noi e del mondo intorno.

Il mondo di Jodice è un mondo di silenzi parlanti, di bellezza nascosta, di memorie scavate nella pietra e nella luce. Un mondo in cui il tempo si sospende per un attimo, e in quell’attimo si condensa un’eternità.

Mimmo Jodice, l’artista che con la sua lente ci ha insegnato a vedere e a ricordare. Ci ha donato un linguaggio visivo in cui bellezza e umanità sono sempre al centro, nonostante le ombre che possono celarle. Un silenzioso maestro che continua a parlare attraverso le sue immagini, che non sono solo foto, ma finestre aperte su un mondo da scoprire e amare.

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