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…un pezzo di eternità

Fotografia, pensi, la fotografia. Puoi quasi sentire il clic della macchina, la luce che si fissa sulla pellicola, il momento che si congela. Non è soltanto un’immagine, no, non lo è mai stato. È un pezzo di tempo, un pezzo di vita, un pezzo dell’anima che vibra in quell’istante. Bruno Barbey, si, proprio lui, ha visto Napoli, l’ha assorbita, l’ha resa eterna, un gioco di bambini, un mendicante, una strada. Quella strada. Via dei Tribunali, 171. L’indirizzo danza nella tua mente, come un mantra, un segno, un punto nel tempo che è rimasto invariato, quasi come una sfida al tempo stesso.

Ti perdi in un pensiero, la fotografia non è solo una testimonianza, è un viaggio. Una porta che si apre, ti catapulta indietro o ti proietta avanti. Rivela l’invisibile, ti sussurra segreti, ti fa toccare con mano la bellezza, il dolore, la gioia, la realtà nella sua nuda verità. Ecco cosa fa una fotografia. Cattura un’emozione, una storia, una vita.

Ma aspetta, c’è di più. C’è sempre di più. La fotografia parla. Racconta storie. Può essere un grido silenzioso o una risata silenziosa. Può farti piangere o sorridere. Può farti pensare o sognare. Ogni fotografia è un discorso silenzioso, una canzone senza note, un ballo senza movimenti. È un dialogo senza parole tra l’artista e te.

E Barthes? Roland Barthes diceva che la fotografia ripete meccanicamente ciò che non potrà mai più ripetersi esistenzialmente. Ma non è vero, o forse lo è, ma solo in parte. Perché ogni ripetizione, ogni copia, ogni imitazione porta con sé qualcosa di nuovo, di diverso, di unico. Il particolare assoluto non muore, non si estingue, si rigenera, si rinnova, si reinventa. Si nutre di nuove interpretazioni, di nuove prospettive, di nuovi sguardi.

Chiudi gli occhi e pensi: la fotografia è magia. È il modo in cui l’effimero diventa eterno, l’ordinario diventa straordinario, il silenzio diventa parola. È un ponte, sì, un ponte che collega il visibile all’invisibile, il reale all’immaginario, l’individuale all’universale. E in quell’istante, capisci. Capisci la bellezza, l’importanza, il potere della fotografia. E sorridi, sorridi perché senti di avere in mano un pezzo di eternità. E non c’è niente di più bello.

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