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un fragile e luminoso inno alla fotografia…

Sospeso tra il crepuscolo della pellicola fotografica e l’aurora dell’era digitale, Kodachrome è una storia che si snoda sul ritmo di un viaggio, una strada segnata da neri pozzanghere di rancore e di bianche rotondità di riconciliazione. Il film è un fragile e luminoso inno alla fotografia, quel ponte gettato sullo scorrere del tempo che è riuscito a catturare, in attimi di luce impressi su carta, l’essenza stessa della nostra esistenza.

Nel mare immenso del cinema contemporaneo, “Kodachrome” è come un canto d’amore soffiato all’orecchio, un’ode al passato e al presente, alla famiglia e alla tradizione, in un’epoca che corre veloce, spesso troppo veloce, verso l’ignoto. Nel contrasto tra la pacata vecchiaia di Ben e la nervosa giovinezza di Matt, risiede il cuore del film: una lotta fra l’antico e il nuovo, un duello fra l’analogico e il digitale. E nel mezzo, Zoe, a fare da ago della bilancia, a cercare di riconciliare due mondi apparentemente inconciliabili.

Eppure, la pellicola non è solo una melodia di rimpianti e di malinconia. È anche un inno alla redenzione, al riscatto e alla riconciliazione. In questo viaggio, ciascuno dei personaggi si scopre e si riscopre, si perde e si ritrova, danza con le proprie ombre nel balletto della vita, cercando di capire chi è e chi vuole diventare.

“Kodachrome” è una pellicola che parla di vite, di persone, di errori e di perdoni. È la fotografia stessa di un’umanità complessa, spesso deludente, ma capace anche di sorprendere. A tratti sbiadita come un vecchio rullino Kodachrome, a tratti vivida come un istante catturato in uno scatto digitale, la pellicola di Raso è un ritratto delicato e intenso di un’umanità che si fa strada attraverso i cambiamenti e le sfide, attraverso le delusioni e le speranze, cercando di comprendere il significato e il valore della propria esistenza.

“Kodachrome” non è un film perfetto, lo sanno i protagonisti stessi, creature imperfette in cerca di redenzione. Ma proprio in questo risiede il suo fascino, la sua forza. Come una vecchia fotografia scolorita, conserva una bellezza nostalgica e commovente che non può essere riprodotta da nessuna tecnologia digitale. Come la vita stessa, “Kodachrome” è una pellicola imperfetta, ma proprio per questo, autentica e vera. Un viaggio umano, toccante, attraverso i colori, le ombre e le luci di un rullino di pellicola che non esiste più, ma che continua a vivere nelle nostre memorie e nei nostri cuori.

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