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un’emozione, una sensazione, un’atmosfera…

Ecco dunque la fotografia “Pipes”, un’opera che invita lo sguardo a perdersi tra i meandri di colori tenui. I toni caldi del rosso, del giallo e dell’azzurro danzano insieme, si confondono, si separano e si riuniscono, come in un balletto perpetuo che cattura l’occhio e la mente.
Sullo sfondo, tre figure umane emergono dallo sfumato dei colori. Non sono chiare, non sono definite, ma restano lì, quasi sospese tra l’essere e il non essere. Sono ombre, echi di vite, ricordi che galleggiano sulla superficie dell’immagine.
La scena è dominata da tubi geometrici che attraversano l’immagine come una struttura portante. Sono rigidi, precisi, quasi senza vita, eppure risultano parte integrante dell’intera composizione.
Qui, l’ordinario diventa straordinario, il banale si trasforma in sublime. Ogni elemento diventa simbolico, ogni dettaglio si carica di significati nascosti. La fotografia non è solo un’immagine, ma un racconto, una storia da decifrare e interpretare.
I colori sfumati, le forme sfocate, le figure evanescenti evocano un senso di solitudine, di malinconia, ma anche di bellezza e di meraviglia. È come se la realtà fosse stata destrutturata e poi ricomposta in una forma nuova, diversa, piena di poesia e di mistero.
E alla fine, quello che resta non è solo un’immagine, ma un’emozione, una sensazione, un’atmosfera. La fotografia diventa una porta aperta sul mondo, un invito a guardare oltre la superficie delle cose, a cercare la bellezza nell’ordinario, a scoprire la poesia nella vita di tutti i giorni.

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