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Sculture di Parole: la Maestria Narrativa di Domenico Starnone…

Domenico Starnone, artigiano della parola, plasma il paesaggio della letteratura italiana odierna come acqua paziente che scolpisce la roccia. Esprime profonde verità con poca prosa, creando universi interi in poche pagine, al pari di artisti come Piperno, Benni e Wu Ming.
Il suo libro “Confidenza” (Einaudi) è un esempio vibrante del suo mestiere. L’opera è un’eco risonante di “Lacci” (Einaudi), un altro capolavoro della sua mano. Entrambi provocano pensieri sulla scelta esistenziale e sulla percezione del vero, suggerendo che la verità, per quanto possa sembrare assoluta, è in realtà solo un riflesso del nostro punto di vista.
Non è il filo della trama che incanta in “Confidenza”, ma l’interazione tra i personaggi Pietro e Teresa. L’incrocio delle loro vite è l’incanto del racconto. Non è l’intrico del racconto che affascina, ma i bivi esistenziali che Starnone dissemina tra le righe con maestria. Questi bivi sono come pietre sul sentiero, modellando i personaggi e offrendo al lettore uno spaccato intenso della vita e delle scelte che ne tracciano il corso.
Starnone, con sapiente maestria, esplora gli abissi interiori dei suoi personaggi. I suoi libri, dunque, non raccontano soltanto storie, ma conducono il lettore in un viaggio attraverso i paesaggi interiori dei protagonisti. L’autore ritrae con abilità come le scelte personali possano essere modellate dall’esterno, ma siano infine determinate dalla singola essenza di ogni individuo.
Le parole di Starnone disegnano un sentiero interiore, svelando come l’ambiente e le circostanze possano plasmare una persona. La sua scrittura non solo narra, ma interroga, sfidando le nostre convinzioni e permettendoci di vedere il mondo da prospettive nuove. Questa è la maestria di Domenico Starnone: una scrittura che non si limita a raccontare, ma invita alla riflessione sulla nostra esistenza e sulle scelte che tracciano il nostro cammino.

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