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Tra Ali e Ingegno: L’Anatomia Rivelata del Cielo da Maxime Guyon…

Maxime Guyon dispiega le ali della sua macchina fotografica sopra l’industria aeronautica e ci regala uno sguardo, libero da retorica, sulle forme e i dettagli che avvolgono il cielo. Sembra come se l’artista abbia voluto scoperchiare il coperchio di una scatola nascosta per anni, lì dove la tecnologia e l’estetica convivono in un matrimonio obbligato ma affascinante. “Aircraft: The New Anatomy” non è un mero catalogo di immagini, ma una messa in scena. Tra i pannelli e i fili di acciaio, si nasconde un pensiero: quello che la forma segue inesorabilmente la funzione, un principio cardine del design, ma qui applicato a un settore dove la forma spesso è confinata alle simulazioni aerodinamiche e ai calcoli ingegneristici. Eppure Guyon ci fa vedere che anche qui, la forma può essere non solo utile, ma bella. Può essere arte. L’opera dialoga con il passato, con quella ‘Nuova Visione’ proclamata da Le Corbusier nel 1935. Allora, l’architetto svizzero visse la macchina volante come il culmine dell’ingegno umano, quasi un’estensione della sua architettura. Oggi, Guyon non vuole che ci fermiamo a quei fasti. Il suo è un invito ad aprire gli occhi sul presente, su una tecnologia che evolve con velocità esponenziale e che, nel suo mutare, pone domande etiche e estetiche sempre nuove.


Il libro è anche un ritratto dell’industria europea, un continente dove l’aeronautica è stata per anni il fiore all’occhiello della tecnologia e dell’ingegneria. Un’elegia discreta per un’industria che rischia di essere sopraffatta da una competizione globale sempre più spietata.


“Aircraft: The New Anatomy” è una riflessione visiva e concettuale, un atto d’amore verso il dettaglio e verso l’ingegno umano, verso quelle piccole parti che, sommate insieme, ci permettono di solcare i cieli. E forse, in questo volo fotografico, c’è anche un monito: che la bellezza e la funzione possono coesistere, ma solo se le guardiamo con occhi nuovi, se ci permettiamo di vedere oltre la mera utilità delle cose. E che, in questo vedere, possiamo ritrovare un senso, una direzione, una rotta.

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