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Il Peso dell’Attesa…

C’è un peso che l’anima porta, non diverso dalla gravità che agisce sul corpo. È silenzioso ma insistente, e quando raccoglie una delusione, sembra moltiplicare il proprio fardello. Non ho bisogno di sapere i dettagli, il “nero su bianco” che ha marcato la tua disperazione. Basta sapere che è lì, come un inquilino sgradito che ha deciso di stabilirsi nei tuoi pensieri.
Le parole, a volte, sono come coltellate. Leggere una verità scomoda è come rimanere trafitti, là dove il cuore era già fragile. E sì, potresti averlo previsto, potresti aver preparato un riparo mentale, ma un colpo atteso non è meno doloroso di uno inatteso. Semplicemente, si ha il tempo di chiudere gli occhi prima dell’impatto. La sensibilità alle delusioni non è un difetto. È una pelle sottile che avverte più intensamente i tocchi, quelli dolci e quelli aspri. E proprio in un periodo amaro, quella pelle sembra perdere la sua difesa, rendendo ogni contatto una possibile ferita.
Ma il tempo ha la sua grazia, anche se non sempre ci appare evidente. Un giorno, quella stessa pelle sottile potrebbe diventare il nostro canale per assaporare la bellezza, per cogliere le sfumature che un cuore indurito non riuscirebbe a percepire. Fino ad allora, affrontiamo il peso, lo sguardo rivolto verso il suolo ma con la consapevolezza che il suolo è solo una parte del tutto. E in quel tutto, c’è spazio anche per l’alleggerimento, per il respiro che arriva quando meno te lo aspetti, rivelando che il peso non è tutto ciò che c’è.
E tu, sì, tu spererai che passi presto, e un giorno passerà, lasciando dietro di sé non l’oblio, ma una forma di saggezza che solo il dolore sa scolpire.

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