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Vicepresidente del Senato…

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Che meraviglia sei diventato senatore
e mo’ te senti il più gran signore
lasci interviste e fai il politico sapiente
per me sei poco più de gnente.



Paola Taverna, Vicepresidente del Senato

Io questa Paola Taverna la conosco. E la conoscete anche voi. L’abbiamo vista dietro il bancone di una pescheria. In fila all’ufficio postale. Alla cassa di un supermercato. La segretaria del poliambulatorio sotto casa. Paola Taverna, l’Anna Magnani der Parlamento, è una di noi. La parola casta è perlomeno fuorviante. Lascia intendere che esista un ceto parassitario (mo’ te senti il più gran signore) alieno alla brava gente che lavora, quasi un corpuscolo di invasori. Isolati, facilmente identificabili. Purtroppo non è così. Tra casta e popolo c’è osmosi, e un continuo, costante, incessante passaggio di consegne. Taverna, con l’umiltà che le viene dall’ignoranza, s’è messa a studiare la Costituzione e adesso è vicepresidente del Senato. Taverna è un prodotto della democrazia. Molti italiani che oggi sbraitano contro la casta, ove ne facessero parte, sarebbero identici alla Taverna, per il semplice fatto che sono identici a Paola Taverna anche adesso. Non si cambia un Paese se non cambia il suo popolo, non migliora un Paese se non migliorano le persone, la loro cultura, le loro ambizioni.
Il mito della democrazia diretta non mi cattura perché non tiene conto di un fondamentale dettaglio: se a decidere direttamente chi dovrà rappresentarli sono le tante Paola Taverna, eleggeranno in eterno Paola Taverna.

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