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un invito a celebrare, a ricordare, a amare…

I ritratti di John Myers, le sue immagini, risuonano con una verità semplice e profonda, che attinge alla fontana della vita quotidiana. Come un poeta della lente, Myers ha il dono di pescare la bellezza nelle acque tranquille dell’ordinarietà. Le sue immagini non urlano, ma sussurrano, narrando storie di semplicità, di umanità, di momenti intrappolati nel tempo. I suoi ritratti degli anni ’70, affettuosamente noti come “The Middle England” series, sono un viaggio nel cuore della vita quotidiana della classe media britannica, un viaggio che esplora non solo un luogo, ma anche un tempo, un’epoca, un sentimento.

Ogni scatto di Myers è un atto di equilibrio, un delicato gioco di luce e ombra, di pieni e vuoti. I suoi soggetti sono catturati con una cura meticolosa, ogni dettaglio, ogni sfumatura, ogni contrasto si armonizza in un tutto che è più della somma delle sue parti.

Eppure, nonostante la precisione della sua tecnica, c’è un senso di leggerezza nelle sue fotografie, una leggerezza che fluttua come una piuma nel vento. È come se le sue immagini fossero sospese tra il cielo e la terra, tra il sogno e la realtà, tra l’essere e il divenire.

Il significato del suo lavoro, come il significato della vita stessa, è tanto multiforme quanto profondo. Le sue fotografie sono una finestra su un mondo che è insieme familiare e straniero, comune e straordinario. Sono un diario visivo di un’epoca, un ritratto intimo di persone e luoghi, ma sono anche uno specchio in cui possiamo vedere noi stessi, le nostre speranze, i nostri sogni, i nostri timori.

In ogni immagine di Myers, c’è un invito a fermarsi, a guardare, a riflettere. Le sue fotografie ci chiedono di vedere oltre il visibile, di ascoltare oltre il silenzio, di sentire oltre il tangibile. Ci chiedono di riconoscere la bellezza nelle piccole cose, la poesia nell’ordinario, il mistero nel quotidiano.

E così, attraverso il suo obiettivo, John Myers ci offre non solo un ritratto della vita, ma anche una riflessione sulla vita stessa. Il suo lavoro è un inno alla semplicità, un’ode alla bellezza, un tributo alla verità del momento. E in questo, ci ricorda che ogni attimo, ogni persona, ogni cosa ha un significato, una bellezza, una storia da raccontare. E ci invita a celebrare, a ricordare, a amare.

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