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…cullati dal suo abbraccio discreto

A cosa serve rincorrere la felicità, se essa è simile ad un soffio di vento, imprendibile per sua natura? Meglio lasciarla libera di accarezzarci il viso all’improvviso, portando con sé il profumo di luoghi lontani.
La vita non va aggredita, ma ascoltata; non è una preda da catturare, ma un dono da accogliere così com’è, con le sue tempeste e le sue bonacce. Anche quando ci sembra di brancolare nel buio, fidiamoci che la corrente ci sta conducendo verso rive più luminose.
I momenti difficili sono maestri esigenti che temprano il nostro spirito e ci insegnano l’arte della resilienza. Senza di essi, non sapremmo apprezzare la bellezza quando si palesa nei piccoli miracoli di ogni giorno: il primo caffè del mattino, il sorriso di un amico, il tramonto che infiamma il cielo.
La vera felicità sta nel condividere questi attimi di grazia, nel tessere legami sinceri, nel prendersi per mano anche quando la strada è impervia. Nessuno dovrebbe navigare da solo tra i flutti burrascosi dell’esistenza.
Siamo tutti sulla stessa zattera: aiutiamoci a remare all’unisono, godendoci il viaggio anziché braccare ostinatamente la destinazione. La meta è già qui, in ogni istante vissuto con gratitudine.
Apriamo il cuore alla felicità che ci arriva come brezza leggera, capace di sollevare lo spirito. Lasciamoci trasportare dalle sue correnti, senza pretendere di dirigerne il flusso. Sarà allora che potremo finalmente fluttuare insieme a lei, cullati dal suo abbraccio discreto.

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