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The Last Voyage of the Demeter…

A navigare nel mare oscuro delle pagine scritte da Bram Stoker, ci si imbatte in un viaggio dimenticato, una tratta di sole 16 pagine che unisce la Transilvania a Londra. Un viaggio che, seppur breve nell’opera originale, porta in sé un carico di mistero e terrore. “L’Ultimo Viaggio della Demeter” tenta di espandere quel frammento, donandogli corpo e voce.
A primo impatto, la premessa può sembrare una scelta ardita, quasi presuntuosa. Del resto, come può un regista estrapolare un lungometraggio da un passaggio quasi secondario? Eppure, come un maestro artigiano che scolpisce dettagli intricati in un pezzo di legno, Øvredal estrae dal racconto una storia densa e avvolgente.
La pellicola apre le sue vele nel 1897, portandoci a bordo della Demeter. Ogni dettaglio, ogni ombra sembra portare con sé il peso della storia e del destino che aspetta l’equipaggio. Il film diviene una riflessione profonda sulla natura umana, sulle nostre paure e sul nostro rapporto con l’ignoto. L’atmosfera è densa, palpabile; come se il mare stesso fosse una creatura viva, che respira e osserva. Il cast, con figure come Cunningham, Dastmalchian e Franciosi, naviga abilmente tra le acque tormentate della trama, rendendo tangibili le emozioni e i conflitti interni dei personaggi. La rappresentazione di Dracula, in particolare, è un ritorno alle radici, un’entità demoniaca e inquietante che ricorda le paure ancestrali dell’uomo. Tuttavia, non si può negare che la pellicola, pur con le sue qualità indiscusse, presenti alcune imperfezioni. La durata di alcune scene, prolungate forse in eccesso, e l’inserimento quasi forzato di un finale che sembra voler anticipare un seguito, possono distogliere lo spettatore dall’esperienza complessiva. Nonostante ciò, “L’Ultimo Viaggio della Demeter” si posiziona come una perla rara nel panorama cinematografico odierno. Non è un classico del genere vampirico, ma è un viaggio che merita di essere intrapreso, un’opera che, come il mare, cela misteri e bellezza in ogni sua onda. Una pellicola che, con delicatezza e introspezione, invita lo spettatore a guardare oltre l’orizzonte, verso terre sconosciute e misteri insondabili.

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