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tutti a gridargli in coro…

 tweet #mediterraneo 

È un truffatore di discreta classe, non eccelsa ma discreta, anche se alcune volte mi fa certe uscite da imbroglioncello maldestro. In questi ultimi giorni, per esempio.
In questi ultimi giorni, gasato magari dall’incontro negli States con l’amico Obama e pronto subito a sfruttare politicamente l’ultima tragedia annunciata nel Mediterraneo — l’ultima, ahimè, solo in ordine di tempo, purtroppo — sembrava, dicevo, uno di quelli che ti infilano sotto il naso un contratto da firmare con una bella clausolona capestro, come se ti stessero proponendo l’affare del secolo. E così, sull’onda della demagogia e del più sterile dei dispiaceri, nasceva la guerra ai “trafficanti di esseri umani”, agli scafisti. Come se fossero gli scafisti a costringere i migranti a partire; come se guerre e persecuzioni politiche che questi disperati vivono nei propri paesi non contassero a niente… Una bella accozzaglia di contraddizioni, eh? Ma se ci si diverte a scambiare le cause con gli effetti, la logica — metaforicamente, neh — va a puttane e produce di questi ragionamenti difettosi; comode argomentazioni (tant’è che sembrano essere state accolte subito col plauso unanime di tutti) che non servono — letteralmente, neh — a un cazzo!

Gli scafisti, purtroppo, sono solo il naturale sottoprodotto dell’ottusa politica di chiusura dell’Unione europea. Politica ottusa e disperata — come di chi, non sapendo cosa fare, agisce per inerzia, senza l’appiglio della logica — il cui fine dichiarato, a quanto pare, è quello di “bloccare le partenze”, anziché offrire rifugio a chi ne ha davvero bisogno (e diritto). Senza capire — o, peggio ancora, fingendo di non capire — che anche se si procedesse al bombardamento degli scafi, quei disperati fuggirebbero comunque da quelle situazioni di morte perché si sentono già persone morte (cfr. l’articolo di Kingsley pubblicato su Internazionale di questa settimana).
Se gli scafisti – i “nuovi schiavisti” – si arricchiscono è anche per colpa nostra. Noi che ci siamo convinti di voler avere un’Europa aperta solo a chi ha certi passaporti da mostrare, mentre tutti gli altri “devono restare a casa loro”, anche se “a casa loro” una casa non c’è più.

E in questo tragico scenario di guerra e disperazione, di morte e di paura cos’è che pensa di proporre il nostro Capo del Governo ad un’Europa distratta e colpevolmente strafottente? Di “bloccare le partenze”, di metter a freno un’onda di piena ingovernabile e impaziente di fuggire, serrando la diga. Come se bastasse!

Non fosse il Capo del Governo, dite, non lo considerereste un argomentare da demente? Roba che a voler metter d’accordo tutti, filo-renziani e no, quelli che lo considerano un fine statista e quelli che lo considerano, invece, un inutile imbonitore di piazze buono solo a frigger aria, quando dice roba del genere, tutti a gridargli in coro “Che-gran-de-men-te! Che-gran-de-men-te!”.

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