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“Ogni scelta ha un rovescio cioè una rinuncia,
e così non c’è differenza fra l’atto di scegliere
e quello di rinunciare”

— Italo Calvino

Amare, per piacevole che sia, presuppone sempre una scelta ovvero — stante l’assunto di Calvino — una rinuncia.
È un atto di rinuncia — quello dell’amare, dico — che ad ogni modo accetto volentieri, preferendolo di gran lunga agli altri, non fosse altro perché consente di donarsi e di conoscersi per quello che davvero si è. Del resto la scrittura — l’atto dello scrivere, del raccontare, intendo — è nient’altro che un puro strumento per esercitare l’amoroso e sublime rapporto col mondo tutto: uno sforzo, un intenso sforzo, alla rappresentazione, la più fedele possibile, delle cose che lo compongono.

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