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Poi finire a guardare il cielo…

Michela, una voce sul palcoscenico della vita che non ha mai smesso di riecheggiare. Con la dolcezza di un filo d’erba e la forza di un monte, ha scavato profondi solchi nelle menti di chi ha avuto il privilegio di attraversare il suo mondo.
L’intelligenza affilata come il coltello del contadino, un’ironia che danza come la luce sull’acqua, una lotta intensa ma mai greve, un cammino fatto di meraviglia e scoperta. Ecco cosa era Michela. Un’insegnante silenziosa, una guida discreta.
Le sue parole, come pietre levigate dal fiume, risuonano nelle orecchie e si depositano nel cuore. La sua luce, ardente e pura, difficilmente sostenibile per alcuni, diventa un faro per altri. La sua presenza è un vincolo, un abbraccio che unisce teoria e pratica in un unico corpo danzante.
Chi ha avuto la fortuna di amarla, si trova oggi a guardare il cielo, cercando in esso un segno, una risposta, una direzione. E si chiede, cosa avrebbe pensato lei, come avrebbe agito, cosa avrebbe detto.
Grazie, Michela. La tua voce continua a parlare, la tua luce continua a brillare. E noi, noi continuiamo ad ascoltare, a guardare, a imparare.

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